GIANNI DE TORA

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1978 Galleria 2B di Bergamo 1- 15 marzo

 
ARTICOLO DI LORENZO BOGGI SUL QUOTIDIANO '' L'ECO DI BERGAMO'' DELL' 8 MARZO 1978

'Geometria e Ricerca'' al ''Centro 2B''

Un gruppo di sette artisti operanti al centro Italia è presente per la prima volta a Bergamo in una mostra allestita nella sede del Centro 2B; trattasi di Renato Barisani, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Riccardo A. Riccini, Guido Tatafiore, Giuseppe Testa, Riccardo Trapani. RENATO BARISANI ha partecipato alle più importanti manifestazioni d'arte a livello internazionale; ha fatto parte dal 1953 del M.A.C. (Movimento Arte Concreta) nato a Milano ad opera dei pittori Munari, Soldati, Dorfles e Monnet, nonché della ''Nuova scuola europea'' di Losanna del 1960. Barisani nel suo costante lavoro assume un atteggiamento analitico e autoriflessivo, sposta i procedimenti dal piano immediatamente espressivo o rappresentativo, impegnandosi sugli strumenti specifici del linguaggio nel momento stesso cui fa concretamente arte. DE TORA ha assunto come mezzo di comunicazione lo spazio visivo e il segno grafico-cromatico partendo dalle tre forme basi del cerchio, del quadrato e del triangolo che costituiscono una fondamentale premessa culturale e didattica della sua pittura. Con DI RUGGIERO abbiamo una costante indagine sui mezzi di fare «pittura»: le composizioni dei «triangoli moltiplicati» attraverso la plasticità pittorica suggerisce un continuo e inarrestabile trasformarsi di uno spazio modulare.RICCINI in questa fase evolutiva della sua pittura è interessato alla problematica delle «divine proporzioni»; pertanto l'azione cromatica spaziale delle sue opere ci dà la possibilità di cogliere dal vivo la didattica della sua opera. Su TATAFIORE possiamo cogliere un impegno artistico esistenziale dove la superficie del quadro diventa spazio attivo che si deve utilizzare nel miglior modo possibile: il rosso, il nero, il bianco non appaiono emblematici di uno stato d'animo estetico, ma corrispondono ad uno stato estetico dell'occhio. TESTA in queste sue opere si recupera ad un «nuovo» livello e la castità della forma e del colore intesa come modulo del ''reale'' e l'architettura della forma intesa come ritmo del spazio e come divenire dialettico della stessa forma-colore. Infine in TRAPANI si verifica il superamento del gusto materico del colore nell'eccezione romantica di cui tutta la pittura ha vissuto l'esperienza e del colore e del disfarsi della forma.

 
 
LOCANDINA
 

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